Narcisi


Siamo Narcisi, piccoli fiori,
ci hanno fatto credere che la guerra era finita,
sotto baracche appollaiate da sudicie verità.
Abbiamo fatto la storia mentre tiravano bombe
e ci dicevano che la lotta era l'unica speranza
per sopravvivere al male quotidiano.

Siamo cresciuti all'ombra del fiume
specchiando la nostra immagine
in immagini fitte senza tempo
tramutati in selfie, iPad, social network
istanti percorsi senza memoria.

Abbiamo fatto la storia e non ce ne siamo accorti,
mentre l'incognito male divorava i nostri giorni andati,
trascorsi felici su campane d'asfalto
a giocare numeri di fortuna volati
da un cavalcavia pagato a caro prezzo.

Siamo Narcisi aggrappati ai muri rotti dal pianto,
alle rovine antiche scomparse sotto mantelli neri di sabbia
e ai barconi ardenti che sognano l'oceano.

Siamo Narcisi,
piccoli,
di fronte ad un cielo stellato
che continua a raccontarci magiche favole
di tramonti smistati dall'ossido inquinante
e battiti notturni dove non sentiamo più nemmeno il silenzio
delle sfumature che ci regala l'aurora.

Narcisi sono i nostri pensieri che repentinamente
ci assillano l'anima,
ostruiscono sorrisi,
alimentano frasi senza senso
e parole digrignate tra i denti.
Così aspettiamo la notte per specchiarci
sul nostro fiume che passa inosservato
da un promontorio di discariche abbandonate.

Siamo Narcisi,
chiediamo solo che qualcuno raccolga
il nostro animo spento e si prenda cura di noi
per non essere dimenticati nelle torri dei lager.


Rosalba Le Favi

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